venerdì 8 aprile 2011

«SI FA COSÌ»

         Non m’insegnasti 
quello che facevi, 
quello che facevi e sapevi fare meglio. 
Te ne sono veramente grato. 
Anche se non te l’ho mai detto. 
Non mi piaceva allora, e anche adesso 
entrare in un bar per un caffè, 
per me è un caso; 
figuriamoci per restarci,
giocare a carte, magari d’azzardo. 
M’insegnasti, e te ne sono grato, 
a fare il nodo alla cravatta; 
lo facesti con assoluto impegno, 
furono due o tre gesti,
alcune mosse, un paio di giravolte, 
poche parole.
        « Si fa così, hai visto ? »
        M’insegnasti, e te ne sono grato, 
a usare la Gillette col vecchio rasoio
e risciacquarlo nell’acqua corrente.
Lo facesti con sincera dedizione.
Furono due o tre gesti,
alcune mosse, un paio di avvitamenti, 
poche parole, poche parole.
        « Si fa così, così, hai visto ? »
Altro non ricordo di te.
E di tempo ce ne è stato !
Tempo e silenzio.
Tanto tempo che sei invecchiato.
Io sono rimasto dov’ero
aspettando un altro insegnamento,
persino qualche trucchetto da baro,
per avvicinarmi un po’ al tuo gioco,
farmi coraggio e chiamarti almeno una volta,
chiamarti papà.

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