Nelle sere d'estate
la foglia non cade
perchè il frutto
la trattiene
a farle compagnia
e l'aria fresca
sopravvive all'afa
rifugiandosi
sulle conifere alpine:
è Venere che guida
le correnti umide del mare.
Il mio ritorno è solitario.
Sul tavolo
metto la valigia del giorno,
e se l'apro,
riattacca il suo canto una cicala,
un gigante e un nano
lottano faccia a faccia.
Gradisco un bicchiere d'acqua
e la scia
dell'umida corrente
da Venere dimenticata.
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