Mi elevavo...Si,si salivo..
Toccavo il cielo e spaziavo nel suo mistero,
sempre più in alto,e tutto era cielo;
e mi dicevo che sarei arrivato al culmine,
al culmine del cielo come un orgasmo,
penetrando nella sua trasparenza
uguale ed infinita,
nel suo spazio accogliente ed ostile,
nella sua monotona,intima
indifferente scontrosità,
monotona nel suo eterno principio
di cielo immutabile,ma assente,estraneo.
Poi,prima del tocco finale,
prima del foro apicale,
prima di piangere o esultare
ho aperto gli occhi.
Disteso sulla branda ho visto
la scala di seta di un sogno,ritta
sul cielo inesistente del soffitto
che io stesso ho dipinto
color del ciclamino...baluginante
dove appaiono le stelle.
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